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Caraglio

Caraglio

La medievale “Cadralius” deve il suo nome al diminutivo latino “Quadratulus”, riferito alla centuriazione romana della zona. Dopo la sovranità dei conti di Auriate e Torino e quella dei Marchesi di Saluzzo la storia di Caraglio nei secoli successivi si intreccia con casa Savoia e le vicende del Piemonte sabaudo. Nell’Ottocento fiorisce e diventa un centro importante per l’allevamento del baco da seta e la produzione del rinomato organzino piemontese. A Caraglio infatti è possibile visitare il Filatoio, costruito in soli due anni (1676-78) dal noto imprenditore serico Galleani, è oggi una delle più antiche testimonianze di archeologia industriale in Europa, tra i pochi in Italia a essere stato recuperato con finalità museali. Fu fabbrica di filati di seta fino alla metà degli anni Trenta del Novecento e convertito successivamente in caserma tra il 1939 e il 1943. Nei decenni successivi fu adibito a molteplici destinazioni d’uso, senza però che fossero affiancate opere di manutenzione, cadendo inevitabilmente in degrado. La svolta ci fu negli anni Novanta con la nascita del Comitato, oggi Fondazione, per la tutela del bene, l’acquisizione dello stesso da parte del Comune di Caraglio e in seguito il restauro grazie a contributi europei e regionali. Oggi, oltre a un espositivo che da anni ospita apprezzate mostre temporanee d’arte, è sede del permanente Museo del Setificio Piemontese.

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